Forel e l'ipnosi Firenze
A meno che non si voglia servirsi, come fanno il Forel e lo Schrenck-Notzing, dell'ipnotismo come di un mezzo pedagogico per rifare un poco alla volta la volontà, o perturbata o indebolita, di quei tipi psichicamente male evoluti, che noi chiamiamo degenerati. Anche in questi casi, non sappiamo che cosa avvenga di loro, quando si cessa la suggestione ipnotica giornaliera. Invece, dal punto di vista pedagogico, si hanno risultati ottimi e duraturi col trattamento per mezzo della psicoanalisi... ecc.». E. Weiss e O. S. English scrivono che «l'effetto dell'ipnosi non è duraturo», che «l'ipnosi rimane una terapia suggestiva di risultato incerto e di possibilità assai limitate. Nella migliore delle ipotesi potrà causare un sollievo temporaneo, senza riuscire però a risolvere il conflitto. In più, essa comporta un aumento delle tendenze di sottomissione a qualche autorità: a quella dellipnotizzatore. Ha molto maggior valore, pertanto, portare alla luce i conflitti e non cercare di cancellarli». I due autori suddetti, per contro, favoriscono la psicoanalisi, che definiscono come psicologia medica, e cioè strettamente legata alla fisiologia. Per accertare l'erroneità di queste asserzioni, si rimanda a quanto verrà esposto nella parte quarta. Qui si desidera unicamente rilevare quanto da numerosi cultori dell'ipnotismo (Kretschmer, Koch e altri) è già stato giustamente osservato, cioè che Freud, e con lui le generazioni seguenti, hanno commesso l'errore fondamentale di ritenere essenziale nell'ipnotismo la suggestione, sicché «è sorta l'invincibile persuasione che l'ipnosi Firenze non fosse atta ad altro che a dare al paziente facili suggerimenti, sovrapponendoli ai suoi veri conflitti, e, su questa comoda via, raggiungere successi fittizi».