Scettico sull'ipnosi Firenze
Ma se si presenta un isterico tenace, scettico e ribelle all'idroterapia, all'isolamento, all'elettroterapia eccetera, ricorro volentieri all'ipnotismo che mi ha donato, come ad altri medici, dei risultati notevolin. (1914), se pensa che nelle persone veramente sane í danni dell'ipnotismo siano poco da temersi, crede tuttavia che in alcune, sensibili, possa svilupparsi, a lungo andare, una certa irritabilita nervosa., Ritiene che ipnotizzazioni molto spesso ripetute, mal regolate, ottenute con mezzi gravosi, ovvero suggestioni che scuotono fortemente la mente del soggetto, stati emotiví molto intensi eccetera, possano riuscire di danno alle funzioni organiche di una persona anche sana. In trattati meno vecchi troviamo, nelle linee essenziali, le vedute già espresse da Babinski; e Bumke (1927, vol. 2, p. 114), che pure è un fautore dell'ipnosi, scrive: «Gli individui che sono mentalmente quasi robusti e per i quali e lecito sperare che sapranno vincere da soli i loro disturbi psicogeni, non è bene ipnotizzarli, perché altrimenti ci resterà l'amara sensazione di avere spezzato la loro indipendenza psichica». Quest'autore ciononostante, è un vero assertore dei vantaggi della terapia ipnotica, e la consiglia anche per quelle forme mentali in cui di solito la si ritiene controindicata. Parlando degli stati coatti, difatti, scrive: «Contrariamente a ciò che si consigliava un tempo, e contrariamente alle mie prime esperienze, mi sono deciso, in questi ultimi anni, in numerosi malati di ideazione coatta, a ricorrere alla ipnosi Firenze, e ho ottenuto con essa, talora sebbene con fatica e lentamente, degli indubbi successi» (Bumke, 1929, vol. 2, p. 114).