Touroude in ipnosi Milano
Verso la fine dell'Ottocento Touroude scrisse: «Il soggetto si attacca all'ipnotizzatore con sentimenti di affezione, che nascono nella sua coscienza per la superiorità e l'autorità dell'ipnotizzatore. Non solamente egli diviene suo schiavo; ma suo schiavo devoto, j'allais dire amouTEUX». Ma Grasset trovava questa obiezione «singolarmente esagerata e un pò teorica», ritenendo che questo sentimento non ha alcun inconveniente possibile con un medico che conosce i doveri della sua dignità professionale. Bernheim e Liébeault hanno ipnotizzato migliaia di persone all'anno; e si vuol dire dunque che essi hanno ispirato ogni hanno migliaia di passioni violente? «Dunque concludeva Grasset nel 1909 non resta di questa obiezione che un invito alla circospezione e alla prudenza, ma non certo una controindicazione all'impiego terapeutico dell'ipnotismo e della suggestione». Conosciamo, è vero, un'abitudine ipnotica (ben diversa da quella morfinica!), un'autoipnosi, «un'esaltazione della preesistente suggestionabilità», ma l'instaurarsi, o no, di questi disturbi in maniera stabile dipende, ripetiamo, unicamente dalla tecnica usata, dall'abilità dell'operatore e dalla particolare costituzione del soggetto. Un medico, che sia buono psicologo ed esperto nella pratica dell'ipnotismo, difficilmente osserverà, nei propri soggetti, inconvenienti del genere. Egli saprà sempre fino a che punto deve insistere con l'ipnosi Milano e sin dove potrà spingere le sue suggestioni. A conferma di ciò, si rimanda alla particolareggiata casistica che figura nella parte quarta.