Influssi e ipnosi Padova
Non possiamo alle volte, di fronte agli effetti curativi esplicati da certi cosiddetti maghi, non prospettarci la possibilità di influssi estremamente misteriosi, d'ordine metapsichico anch'essi, provenienti dal terapeuta: ricorre alla mente la vecchia ipotesi dei magnetizzatori intorno al fluido, comunque lo si voglia intendere: in accezione extrafisica o di radiazione fi(c) Interpretazioni psicologiche F. FARIA, F. BRAID E IL FRENOIPNOTISMO Già durante i primordi del periodo magnetico comparvero vari dissidenti e l'abate J. Faria (1776-1819), che può considerarsi il fondatore delle prime tecniche ipnosi Padova, diede per primo inizio a quel terzo filone interpretativo dei fenomeni ipnotici, che si può chiamare psicologico, e che portò all'abbandono di tutte le pratiche magiche. J. Faria respinse tutte le teorie esistenti: non credette né al fluido né alla potenza della volontà; proclamò la natura soggettiva dei fenomeni magnetici, ponendo la causa del sonno lucido, come egli chiamò il sonnambulismo provocato, nel soggetto stesso. I fautori di questi concetti bandirono le pratiche magiche, dichiarando che il fluido magnetico e le speciali forze dei magnetizzatori non esistevano. A queste idee si riallacciò nel 1842 James Braid, chirurgo oculista e medico nelle miniere, che per primo introdusse il termine ipnotismo nella sua Neuroipnologia, definendolo, come abbiamo già detto, uno «stato particolare del sistema nervoso.
Determinato da manovre artificiali», Egli cercò di dimostrare che il fluido magnetico, a cui Mesmer e seguaci attribuirono la massima importanza, non era elemento necessario per influire sui loro pazienti, ma che era sufficiente che l'esperimentatore escogitasse mezzi atti a stancare l'attenzione del soggetto (ad esempio, la fissazione di un punto luminoso). Gli effetti mesmerici dovevano, in altre parole, attribuirsi solo a un turbamento cagionato al sistema nervoso, attraverso la concentrazione dello sguardo, il riposo assoluto del corpo e la fissità dell'attenzione. Così Braid concludeva che i fatti prodotti con l'ipnosi Padova non fossero dovuti né alla personalità né alla volontà dell'ipnotizzatore né ai suoi passi; che non c'entrassero per nulla, in tutto ciò, né il fluido magnetico né agenti misteriosi universali e che tutto dipendesse dallo stato psicofisico dell'ipnotizzato. Egli, per darsi spiegazione dell'effetto della concentrazione del pensiero sullo stato del cervello, reputò che il rallentamento dei movimenti respiratori, causato dall'intensa attenzione, contribuisse, per l'imperfetta decarbonizzazione del sangue che ne sarebbe risultata, a determinare il sonno ipnotico. Braid, volendo poi applicare l'ipnotismo al sistema frenologico di Gall, credette di scoprire il frenoipnotismo, un mezzo, cioè, di eccitare nel sonno ipnotico cerebrali, che, secondo Gall, corrispondono a particolari facoltà psichiche.