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Rosembach e ipnosi sport

A proposito della psicoanalisi e dell'ipnotismo nella cura delle psiconevrosi e dei fenomeni isterici in particolare, il professor Dino Bolsi, già cattedratico di neuropsichiatria all'Università di Torino, pensa che la psicoanalisi sia «pericolosa nella pratica, a causa del pansessualismo perverso che ne riempie le formule sulla genesi delle nevrosi. La sua applicazione agli isterici è tanto più pericolosa inquantoché si tratta di soggetti suggestionabilissimi, che possono convincersi con facilità di essere vittime di un erotismo anomalo, anche se nella loro vita non vi è traccia di tendenze sessuali meno che corrette». Per vari autori, la psicoanalisi del Freud non è che un metodo suggestivo senza l'ipnosi. L'opera del Morselli, «Psicoanalisi», è tutta una solenne smentita alla dottrina freudiana, che cerca la causa delle psiconevrosi in un conflitto tra l'inconscio organizzato e la coscienza. I trionfi di Freud e dei suoi seguaci non sarebbero dissimili, secondo Morselli, dai miracoli operati dal trattamento religioso, né dalle varie forme di psicoterapia che Liebermeister, Rosembach, Dubois, Babinski, S. H. Schultz, A. Moll e altri hanno praticato. Molti autori avvalorano l'ipnosi sport, contro la psicoanalisi. De Biasi, già ordinario di ostetricia all'Università di Genova, scrive, ad esempio, che la psicoanalisi è controindicata nell'iperemesi gravidica, specialmente se si tratta di un soggetto psiconevrotico e ossessivo; nell'isteria, poi, «tale metodo incontra opposizioni così gravi da lasciare scettici sull'opportunità di tentativi di questo genere». Tale autore consiglia invece la terapia suggestiva, anche in sonno ipnotico (meno che nei casi di grave esaurimento) con cui V. Wolff, Nyirö, Rothauser, Frank, Benthin, Platonov e collaboratori, Birò e altri, hanno avuto successo. Schmitz scrive di essere a conoscenza di molti pazienti che non solo non sono guariti con la psicoanalisi, ma sono anzi «piombati, a causa dell'incessante frugare nel loro intimo, in un grado di confusione e di agitazione da sentirsi più malati di prima».

Atteggiamenti aggressivi e di sfida, come quelli di alcuni pazienti che dicono: «provate a ipnotizzarmi, se ci riuscite!» sconsigliano, in via di massima, i metodi d'induzione autoritari, che esalterebbero maggiormente nei soggetti le tendenze aggressive subconsce. Una tecnica d'induzione passiva può, con questi soggetti, avere migliore successo (Meares); per quanto l'atteggiamento aggressivo in molte donne, ad esempio, riveli assai spesso proprio il desiderio inconscio di essere soggiogate in ipnosi sport.

Dr. Christian Panigalli

Psicoterapeuta specialista in ipnosi

Laureato a Padova, specializzato in Ipnosi a Milano: ricevo a Milano, Bologna, Roma, Padova, Firenze e Rimini. Utilizzo solo l'ipnosi come terapia e lavoro così: nel primo incontro svolgo un colloquio relativo alla problematica da affrontare ed anche la seduta ipnotica. Non propongo un percorso prestabilito, ma lascio che sia il paziente a verificare gli effetti così da potere valutare insieme come proseguire. Questo modo di procedere permette di evitare sedute inutili e rende la terapia più efficace

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